“Casa Dolce Casa” Report Regionale 2011
Perché un dossier sulla casa? In modo più pertinente: perchè la Caritas si interessa di ‘casa’? Cosa c’entra la Caritas, la Chiesa con la casa? Il suo compito primario non è l’evangelizzazione? A quale titolo parla di questo tema e si spende per dare risposte a questo dramma della vita di tanti nostri giovani, di adulti, italiani e stranieri?
La risposta a tutte queste domande è unica e perentoria: perché ama l’uomo, perché ha premura della vita dell’uomo, perché si prende cura del bene di ciascuno
e di tutti. La casa costituisce uno di questi beni fondamentali. A monte sta una verità teologica di primaria importanza che il Concilio Vaticano II ha riaffermato con forza: “In realtà solamente nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell’uomo … Con l’incarnazione il Figlio di Dio si è unito in certo modo ad ogni uomo” (GS, 22). Sottolineo: la casa è luogo di comunione (relazioni calde), è luogo di sicurezza e di stabilità (tutti desideriamo tornare a casa dopo un lungo viaggio o un periodo trascorso fuori casa…), è luogo anche di esperienza religiosa e cristiana
(l’Eucaristia nei primi tempi della chiesa era celebrata nelle case). Può, pertanto, la comunità cristiana (e quindi la Caritas) disinteressarsene?
I nostri riferimenti magisteriali sono chiari, sono come fari luminosi di orientamento. Il Concilio Vaticano apre la Costituzione pastorale Gaudium et spes con queste parole: “Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di
genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore” (n. 1). Nel documento decennale 2010-‘20 i Vescovi affermano: “Tra i compiti affidati dal Maestro alla Chiesa c’è la cura del bene delle persone, nella prospettiva di un umanesimo integrale e trascendente. Ciò comporta la specifica responsabilità di educare al gusto dell’autentica bellezza della vita, sia nell’orizzonte
proprio della fede, che matura nel dono pasquale della vita nuova, sia come prospettiva pedagogica e culturale, aperta alle donne e agli uomini di qualsiasi religione e cultura, ai non credenti, agli agnostici e a quanti cercano Dio. Chi educa è sollecito verso una persona concreta, se ne fa carico con amore e premura costante, perché sboccino, nella libertà, tutte le sue potenzialità (Educare
alla vita buona del vangelo. Ciò che abbiamo tra le mani non è un trattato teologico, né un testo di carattere psicologico o sociologico o altro sulla casa; è un ‘dossier’ che mette insieme dati, esperienze, sollecitazioni e osservazioni raccolte dalla variegata e riccaesperienza ecclesiale in Regione. è il punto di vista delle Caritas diocesane. è materiale utile per tutti.
Auguro alle Caritas della Regione Emilia-Romagna, dopo questo lodevole sforzo d’indagine, di raccolta dati e di lettura del presente, di continuare nell’approfondimento, nell’interpretazione e nella proposta di percorsi e iniziative adatte per cercare di dare una qualche soluzione al problema. Ovviamente sempre in un’ottica di collaborazione sinergica con chi, Enti locali e Associazioni, ha il dovere di assicurare un bene così prezioso per la vita dell’uomo.
Douglas Regattieri, Vescovo di Cesena-Sarsina
Cesena, 15 ottobre 2011