“Povertà e Politiche Sociali in Emilia Romagna” Report Regionale 2007
Questo rapporto ha lo scopo di presentare in forma sintetica alcuni aspetti importanti della nostra regione osservando quanto emerge dai dati statistici e demografici diffusi da fonti ufficiali. Questa esposizione ci permetterà di collocare all’interno del paese la situazione emiliano romagnola e soprattutto ci permetterà di osservare le problematicità che il territorio esprime collegandole a quelle che emergono successivamente dai dati dei Centri d’Ascolto.
Il primo capitolo dedicato alla presentazione della struttura demografica della regione con particolare attenzione ai mutamenti che sono avvenuti negli ultimi venti anni; sono presentati i dati riferiti al tasso di natalità e di mortalità nonché il saldo migratorio. Ulteriori fenomeni di cui si cercherà di rendere conto sono l’invecchiamento, la femminilizzazione della popolazione e il fenomeno dell’immigrazione. (cfr tabelle sottostanti)
Nel secondo capitolo sono presentati i dati rispetto alcuni indicatori di disagio sociale come i minori in difficoltà, il fenomeno della tratta e della prostituzione, le dipendenze e la criminalità; questi fenomeni di carattere generale sono tuttavia elementi che non possono essere ignorati se si vuole descrivere il fenomeno della povertà nella nostra regione. E’ in questa parte del rapporto che vengono presentati i dati della povertà attraverso i dati relativi all’utenza dei Centri d’Ascolto diocesani Caritas.
Le elaborazioni proposte sono il frutto del tentativo di uniformare la lettura della povertà in Regione utilizzando i dati raccolti ed informatizzati dai singoli centri d’ascolto. Tutti i centri sono dotati di schede cartacee con le quali registrano gli utenti che si rivolgono al Centro relativamente alle informazioni anagrafiche, ai bisogni espressi e agli interventi offerti. Non esiste una uniformità di raccolta e sistematizzazione dei dati fra i diversi centri d’ascolto anche se con l’introduzione del programma di inserimento Os.Po vi è stato un primo tentativo di dotarsi di uno strumento comune. Negli anni Os.Po ho subito modifiche nelle versioni proposte ma non tutti i Centri si sono adeguati alla versione più recente, rendendo ancora non attuabile una gestione unitaria dei dati oltre al fatto che alcune diocesi ancora non utilizzano questo programma o ne utilizzano altri. Questo rapporto rappresenta di fatto un primo tentativo per standardizzare la metodologia di raccolta dei dati, rendendo palese la necessità di lavorare ancora in questo senso. Le elaborazioni proposte rappresentano il minimo comune denominatore fra tutti i Centri d’ascolto a cui, per una lettura più completa, è necessario aggiungere gli approfondimenti per ogni Centro d’ascolto che in questa sede non sono presi in considerazione per non rendere vano il lavoro di standardizzazione proposto. Si è reso necessario descrivere la povertà raccolta dai Centri sia utilizzando i dati dell’utenza, per quanto riguarda le principali variabili anagrafiche, ma anche condividendo, insieme a coloro che operano nei centri d’ascolto o che conoscono la realtà regionale, una lettura più dettagliata della situazione presente nei diversi territori. A questo proposito sono stati organizzati 3 focus di approfondimento a cui erano invitati i direttori del Centro d’ascolto, alcuni testimoni privilegiati della situazione sociale del territorio che hanno proposto una lettura più socio economica e alcuni testimoni che hanno proposto invece una lettura con un’ottica pastorale.
Si è ritenuto opportuno completare il quadro inserendo un terzo capitolo descrittivo delle politiche sociali messe in campo dalla Regione Emilia Romagna -come una presentazione ed una valutazione delle risposte ai bisogni della collettività.
L’Indice sul Grado di Familiarità (Ind.GF) delle politiche sociali della Regione Emilia-Romagna si attesta su 48,5 punti rispetto ai 100 complessivi. Tale punteggio risulta come valore medio dei 73 interventi/servizi previsti dalla legislazione analizzata[1], i quali a loro volta afferiscono alle 18 leggi e delibere analizzate.
Come già approfondito, il valore dell’Indice risulta come somma di 4 valori intermedi riferiti ad altrettanti Indicatori diversamente ponderati tra di loro. Nello specifico, l’Indice risulta come somma dell’Indicatore Beneficiari, che si attesta su 14 punti sui 32 totali, dell’Indicatore Sussidiarietà, che totalizza 11,8 punti rispetto a 32 totali, dell’Indicatore Strategie, che arriva a 11,9 punti su 20, e, infine, dell’Indicatore Azioni, che perviene ad un valore di 10,7 rispetto ai 16 complessivi.
Il capitolo 4 infine, presenta le attività svolte dai Centri d’Ascolto Diocesani presenti in Emilia Romagna con una presentazione per ogni Diocesi sia del Centro d’Ascolto che, ove presente, dell’Osservatorio delle Povertà.
[1] E’ necessario precisare in questa sede che l’Indice del Grado di familiarità risulta come media dei valori relativi al totale degli interventi/servizi che costituiscono l’universo di indagine. Tale richiamo risulta necessario al fine di non incorrere nell’errore di ritenere che l’Indice sia frutto della media dei valori delle leggi analizzate, il che produrrebbe un differente valore media a causa del differente numero di interventi delle diverse leggi/delibere.
Per consultare il report:Primo report 2007 povertà e politiche sociali