“Abbi cura di lui”
Bologna, 20 giugno 2016
PUBBLICAZIONE
“Abbi cura di lui…”Cammini, pensieri e testimonianze delle Caritas Diocesane dell’Emilia – Romagna sull’accoglienza dei profughi, richiedenti asilo politico e rifugiati
All’interno delle diverse attività formative e di sensibilizzazione della Delegazione Regionale, vi è l’esperienza del Coordinamento Regionale Immigrazione. E’ luogo strutturato dove si condivide, riflette, ragiona e discerne la tematica relativa ai profughi, richiedenti asilo politico e rifugiati oltre alle diverse situazioni in ambito immigrazione che ci vedono coinvolti e impegnati quotidianamente all’interno dei Centri d’Ascolto Diocesani e parrocchiali, opere segno, mense e strutture di accoglienza.
A completamento del lavoro di quest’anno, abbiamo reputato opportuno documentare l’attività di ogni Caritas Diocesana della nostra regione sull’argomento e abbiamo scelto di comunicare e presentare la documentazione in occasione della Giornata del Rifugiato 2016.
La presente documentazione, consultabile on line ha l’obiettivo di testimoniare i cammini delle realtà locali diocesane oltre a permettere di riflettere sull’argomento, condividendo anche possibili prospettive future. Emerge sicuramente l’importanza dell’accoglienza, mettendo al centro la persona, alle volte nella diversità di scelte o in percorsi simili, tutto ciò nella prevalente funzione pedagogica attraverso un ascolto ed una relazione significativa che portano a scelte pastorali concrete.
Per maggiori informazioni e approfondimenti:
Valerio Corghi
referente Coordinamento Regionale Immigrazione Caritas dell’Emilia – Romagna
Tel. 0522.921351 – email: valerio@caritasreggiana.it
Il Delegato Regionale
Sauro Bandi
Riportiamo l’ Intervista A Valerio Corghi da parte di Chiara Unguendoli del settimanale Bologna Sette, inserto domenicale di Avvenire.
Da quanto tempo, nella vostra regione, è aumentato l’afflusso di profughi e richiedenti asilo? E quanti sono in tutto oggi, i profughi accolti dalle diocesi emiliano romagnole?
Ripercorrendo la situazione dal marzo 2014 ad oggi, si è registrato un aumento in particolar modo nell’ultimo anno. Attualmente sono oltre 8mila i profughi, richiedenti asilo politico e rifugiati accolti nella nostra regione (6,62% dei 122mila presenti in Italia) in diverse tipologie di accoglienze. Oltre ottocento i minori, dati al 16 giugno fonte Regione Emilia – Romagna sociale. 473 sono quelli accolti dalle diverse Caritas diocesane della nostra regione. Dati e numeri sempre in continuo mutamento, dove l’aspetto più importante rimane sempre la centralità di ogni persona, nel dono e atto unico dell’accoglienza, coinvolgendo le nostre comunità.
Con quale atteggiamento, in generale, questi profughi sono stati accolti dai fedeli delle nostre diocesi? C’è apertura, disponibilità all’accoglienza o piuttosto diffidenza o addirittura paura?
Complessivamente, c’è stata sicuramente una risposta positiva, attenta, aperta, responsabile da parte delle nostre diocesi che non smettono di riflettere sul tema. A prescindere dai numeri, gli aspetti più importanti rimangono sempre l’unicità della persona, la conoscenza, l’ascolto, le relazioni che si instaurano cercando di condividere progetti insieme di integrazione promuovendo l’individuo, ricercando possibili autonomie in un rapporto di reciprocità coinvolgendo le comunità nei diversi territori, così diversi e allo stesso tempo unici. Nella prevalente funzione pedagogica, le Caritas Diocesane della nostra regione continuano ad investire pensiero e cultura su questi aspetti fondamentali, cercando di animare e sensibilizzare sempre più le comunità analizzando le diverse cause, sforzandosi di progettare futuri di speranza senza mai dimenticare quanto nei diversi luoghi di servizio, Centri di Ascolto, strutture di accoglienza, mense, opere segno, si incontra quotidianamente. L’incontro, il dialogo, la relazione con l’altro, con il diverso da sé apre sempre prospettive e percorsi nuovi in ogni comunità, affrontando stereotipi e pregiudizi.
Come è impostato l’impegno dei sacerdoti e delle parrocchie? La collaborazione tra sacerdoti e laici “funziona” anche in questo settore? Come le associazioni e i movimenti di ispirazione cattolica hanno contribuito e contribuiscono all’accoglienza sollecitata da Papa Francesco?
Pensando alla diocesi in cui opero, Reggio Emilia – Guastalla, come del resto alle altre della nostra regione, l’accoglienza dei profughi è stata colta e si continua a vivere come una opportunità. Tutto ciò nella dimensione dell’opera segno, in una modalità di accoglienza diffusa, di piccoli numeri, nella parzialità d’intervento, coinvolgendo sempre più famiglie e comunità parrocchiali che necessitano quotidianamente di essere accompagnate, formate nella loro importante testimonianza di carità. Significativo, ad esempio, l’adesione di sette diocesi al progetto Protetto rifugiato a casa mia proposto da Caritas Italiana e l’esperienza che stiamo vivendo di accoglienza di nuclei famigliari siriani in collaborazione con la comunità Papa Giovanni XXIII di Rimini, la comunità di S. Egidio e quella Valdese con ingresso in Italia attraverso il primo canale umanitario strutturato. Insieme, agendo con responsabilità sempre condivise tra le diverse realtà, pubbliche, private ed ecclesiali, nelle sensibilità delle nostre comunità, è possibile vivere, testimoniare cammini positivi di accoglienza e integrazione.
E’ necessario, a mio avviso, esserci, starci, non avere paura, continuare a farci interpellare dalle parole di Papa Francesco che possono sempre di più, con l’aiuto di tutti, contaminare segni di speranza e cammini di vita.
INTRODUZIONE AL LIBRETTO “ABBI CURA DI LUI”
“Desidero incoraggiarvi anche a proseguire nell’impegno e nella prossimità nei confronti delle persone immigrate. Ilfenomeno delle migrazioni, che oggi presenta aspetti critici che vanno gestiti con politiche organiche e lungimiranti,rimane pur sempre una ricchezza e una risorsa, sotto diversi punti di vista. È dunque prezioso il vostro lavoro che, accanto all’approccio solidale, tende a privilegiare scelte che favoriscano sempre più l’integrazione tra popolazioni straniere e cittadini italiani, offrendo agli operatori di base strumenti culturali e professionali adeguati alla complessità del fenomeno e alle sue peculiarità.”
Tratto dal discorso del Santo Padre Francesco ai partecipanti al convegno della Caritas delle diocesi italiane – aula Paolo VI 21 aprile 2016
Viene sempre posta molta attenzione da parte delle Caritas diocesane della nostra regione al tema dell’immigrazione, dei profughi, dei richiedenti asilo politico e rifugiati come del resto ad ogni incontro, ascolto ed intervento che ponga al centro la persona, l’uomo, la donna, la famiglia di qualsiasi provenienza, etnia, cultura ed estrazione sociale. Tutto ciò nel possibile, nel parziale, in quello che si è in grado di fare, nell’essere chiesa viva e attenta. La presenza degli stranieri nelle relazioni quotidiane all’interno dei centri di ascolto, delle opere segno, mense, strutture di accoglienza è sempre più elevata e necessita di attenzioni e progettualità che stiano al passo dei tempi. Tutto ciò attraverso scelte pastorali prioritarie rispetto a quelle operative, necessarie, frutto di un vero ascolto, di una osservazione dei diversi fenomeni arrivando, tramite accurato discernimento, a scelte che mettano sempre come prerogativa la prevalente funzione pedagogica. Negli ultimi anni il tema dell’accoglienza ai profughi ha caratterizzato la quotidianità di ogni nostra Caritas Diocesana come del resto di tutte quelle italiane. La presente documentazione vuole essere piccolo segno, testimonianza, nelle sue ricchezze, peculiarità, differenze, aspetti positivi e alle volte fatiche di quanto ogni singola Caritas diocesana ha potuto e cercato di fare negli ultimi anni arrivando fino ad oggi sul tema dell’accoglienza ai profughi, richiedenti asilo politico e rifugiati. Una fotografia non esaustiva ma significativa attraverso gesti di prossimità, scelte nel sapersi relazionare con le istituzioni, animando e formando comunità parrocchiali, coinvolgendo realtà del terzo settore, investendo su percorsi di speranza e comunione, insieme a prospettive progettuali tuttora in cammino.
Crediamo fortemente all’accoglienza dell’altro, dal punto in cui si trova, in quanto gesto e atto d’amore. Accogliere è un dono, significa fare spazio dentro di sé riconoscendo l’unicità della persona. Persone che rendono una comunità viva attraverso una logica che cerca di includere, restituire dignità e attenzione attraverso l’ascolto ed approcci relazionali significativi e gratuiti.
Tutto ciò senza trattare sistematicamente l’argomento come una emergenza ma quotidianità che necessita di scelte forti, importanti, significative che mettano anche in discussione i nostri stili di vita ma che pongano sopra ogni aspetto ed interesse valori umani non negoziabili. Un ringraziamento particolare ad ogni direttore per il proprio intervento e ad ogni referente diocesano
sull’immigrazione per aver reso possibile tutto ciò nella quotidianità della propria esperienza locale e nell’apporto dato al coordinamento regionale immigrazione dedicando tempo, pazienza, mettendo in comunione esperienze, buone prassi, competenze e non smettendo mai di cercare di essere segno vivo per “l’altro”…
Sauro Bandi
Delegato Regionale
Valerio Corghi
Referente Coordinamento Regionale Immigrazione
Consulta e Scarica la documentazione: LIBRETTO Abbi cura di lui DEF WEB
Copertina: Copertina LIBRETTO Abbi cura di lui