IMMIGRARE – segno permanente di ogni tempo
INTRODUZIONE
Quotidianamente siamo interpellati dal tema dell’immigrazione.
Da un lato le immagini dei barconi in mare come quelle delle frontiere terrestri sono sempre più attuali. Davanti a tutto uomini, donne, bambini, intere famiglie che cercano di migliorare la propria condizione di vita fuggendo da guerre, conflitti, intolleranze etniche, disastri ambientali, povertà economiche.
Dall’altro lato persone che sempre di più si rivolgono ai diversi Centri di Ascolto, mense, ambulatori, luoghi di accoglienza e con le quali entriamo in relazione nei percorsi scolastici. Persone presenti nel nostro paese da più o meno tempo, seconde e terze generazioni, chi lavora o è in difficoltà economica, chi fatica a districarsi nelle normative, chi ha necessità di cure.
L’aspetto che deve interessarci sempre di più è il valore di ogni essere umano, la persona dal punto in cui si trova nella sua unicità, bellezza. Portatore di un vissuto, di una propria cultura, storia,
esperienza, fede. Non un problema o una difficoltà da evitare, ma una ricchezza da vedere come persone che portano delle competenze, con le quali condividere opportunità e processi all’interno di un cammino di vita. E in tutto ciò l’aspetto sul quale si deve insistere è “accogliersi” che permette di ascoltare, conoscere, entrare in relazione, starci fino in fondo anche difronte alle difficoltà … che ci potranno essere sempre ma non devono spaventare o privarci dell’altro. Sono tutti processi che richiedono tempo, fatica, pazienza, fare spazio, prima dentro di noi e poi all’altro. Questi termini ci restituiscono tratti di lavoro impegnativi e differenziati, che ci impegnano personalmente, mettendoci anche in discussione, nel rapporto con gli altri. Che cosa implica stare a contatto, vicino, in prossimità?
I processi devono sempre essere graduali, quanto una persona mi porta della sua storia, vita, cultura, esperienza, diversità è e rimarrà sempre un dono. Anche se tutto ciò può essere faticoso.
Dopo la documentazione dell’anno scorso “Abbi cura di lui …” sui richiedenti asilo politico e rifugiati, quest’anno proponiamo “Immigrare … segno permanente di ogni tempo” breve e semplice testimonianza di Caritas diocesane della nostra regione sull’incontro e la relazione instaurata nei diversi luoghi quotidiani di incontro con le persone immigrate.
Da qui, la nostra responsabilità più grande continuando nel servizio di tutti i giorni: poter tenere quel pennello in mano e utilizzare i colori della tavolozza per dipingere presente e futuro insieme per una società più equa e attenta a chi soffre, chi è in difficoltà, chi bussa alla porta, sognando un mondo migliore dove ci sia sempre posto per ognuno. Le migrazioni, pertanto, devono essere una
continua sfida e segno dei nostri tempi, profezia nella quale vivere coinvolgendo sempre di più le nostre comunità, accompagnandole, favorendo percorsi di integrazione e cammini di speranza. Esse favoriscono la conoscenza reciproca, sono occasioni di dialogo, di comunione e pongono di fronte una sfida certo non facile ma che ognuno di noi deve accogliere.
Un grazie sentito alle Caritas diocesane impegnate durante tutto il corso dell’anno nel Coordinamento Regionale Immigrazione e ai referenti diocesani che hanno contributo alla presente documentazione, segno e testimonianza viva.
Sauro Bandi
Delegato Regionale
Valerio Corghi
Referente Coordinamento Regionale Immigrazione
Consulta e scarica il libretto: Immigrare – Segno permanente di ogni tempo