Eccedenze Alimentari
Le Caritas diocesane dell’Emilia Romagna (Piacenza – Bobbio, Fidenza, Parma, Reggio Emilia, Carpi, Modena – Nonantola, Bologna, Ferrara, Imola, Ravenna, Faenza, Forlì, Cesena, Rimini, San Marino – Montefeltro) sono coinvolte a vario titolo nei diversi territori dell’Emilia Romagna nella raccolta delle eccedenze alimentari risultanti dalle aziende della media e grande distribuzione organizzata, della ristorazione collettiva. Quanto raccolto viene destinato alla ridistribuzione a sostegno di persone in stato di indigenza (attraverso le mense, pacchi alimentari o distribuzione a Caritas parrocchiali per la successiva consegna ai destinatari finali).
A fine 2011 questo lavoro che quotidianamente viene portato avanti dalle Caritas ha felicemente “incontrato” l’impegno del “Servizio Politiche per l’accoglienza e l’integrazione sociale” della Regione Emilia Romagna che promuove e valorizza l’attività degli enti no profit impegnati nel recupero delle eccedenze alimentari per la loro ridistribuzione ai soggetti che assistono persone in stato di indigenza come previsto dalla “legge regionale 06 luglio 2007, n. 12 promozione dell’attività di recupero e distribuzione di prodotti alimentari a fini di solidarietà sociale”.
Da questa sforzo congiunto hanno preso le mosse 4 progetti finanziato dalla regione il cui obbiettivo era approfondire il tema della povertà alimentare nella nostra regione e soprattutto le forme di risposta alla povertà alimentare messa in campo dalle realtà del terzo settore, del privato sociale, ecclesiali…
Questo lavoro è stata per la Caritas l’occasione di approfondire meglio le modalità di lavoro delle singole Diocesi e favorire la contaminazione delle buone pratiche e la messa in rete delle esperienze. Per la regione questi progetti sono stati un tassello utile all’interno della riflessione che l’assessorato porta avanti sul welfare e sulla sua evoluzione.
Concretamente gli oggetti del lavoro sono stati
- – Nell’anno pastorale 2011-12 è stata effettuata una prima mappatura degli enti che si occupavano della distribuzione delle eccedenze alimentari il taglio era più quantitativo che qualitativo;
- – Il secondo anno 2012-13 è stata realizzata la ricerca “l’incontro fra solidarietà e povertà alimentare” il cui taglio era decisamente più qualitativo;
- – Il terzo anno 2013-14 ci si è concentrati sulla divulgazione delle ricerche e sulla sperimentazione di tecniche per animare i territori al recupero e redistribuzione delle eccedenze al termine di questo lavoro è stato prodotto il sussidio “il cibo fra risorse e spreco”.
- – A fine 2015 ha preso il via un’ulteriore progetto di approfondimento sul tema della redistribuzione di eccedenze alimentari attraverso la modalità dell’emporio solidale (la ricerca è tutto in corso).
L’oggetto del lavoro della delegazione non è stato quindi finalizzato all’attività concreta di recupero delle eccedenze bensì all’attività di ricerca, ricerca-azione, messa in rete e divulgazione in materia di povertà alimentare e sulle modalità del privato sociale per contrastarla. Oltre al lavoro di ricerca si sono effettuate attività di partecipazione a tavoli istituzionali (come il laboratorio-formativo: beni alimentari e di prima necessità), di divulgazione tramite conferenze e incontri e di “consulenza” per le realtà che intendevano confrontarsi.